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Lo scomparso
Pino D'Aguanno
Nelle pagine di questo romanzo Pino D’Aguanno immagina una grande collezione d’arte distendersi nella laguna, come un esempio immane di Land Art, celebrando insieme il suo autore – l’artista “scomparso”, eroe eponimo del romanzo – e un’arte inedita, inaudita. Sono pagine visionarie, che arrivano in coda a un racconto che inanella personaggi e vicende al centro dei quali c’è Amos Duga (ma il suo vero nome è un altro, come scopriremo leggendo), l’artista scomparso appunto, e c’è però anche l’io narrante. Tra i due, c’è uno scambio continuo. Si può dire che esistono insieme. In quest’opera postuma, Pino parla anche di sé e del proprio sogno di un’arte nuova e di una vita nuova, l’orizzonte della quale, e l’irraggiungibilità della quale, hanno sempre rappresentato il suo tormento e la sua speranza insieme. La ragione della sua lotta, e il motivo per cui, pur “scomparso”, sarà sempre con noi. Gianfranco Bettin
Cenni sull’autore:
